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Cosa supporta il dolore cronico? Come abbiamo scritto nei nostri precedenti articoli, il dolore cronico è un fenomeno estremamente complesso e diffuso: pensate che circa 1 adulto su 10 soffre di dolore cronico di natura muscoloscheletrica.
Quello su cui vogliamo soffermarci in questo articolo è il ruolo di alcune credenze e comportamenti nel supportare il dolore cronico.
Non di rado i pazienti riferiscono che in seguito ad un trauma hanno interrotto l’attività fisica, hanno limitato la propria routine quotidiana, o addirittura hanno sviluppato un vero e proprio stato di apprensione sociale. Tutti questi comportamenti, in realtà, contribuiscono a peggiorare notevolmente la qualità di vita, nonché la loro capacità di far fronte in modo autonomo ad una condizione di dolore.
Per caso questo vi stupisce? Pensavate che l’esperienza del dolore fosse solo una questione fisica ed indipendente dal contesto psicologico e sociale? Beh, se la vostra risposta è sì, purtroppo vi sbagliate. Infatti, secondo recenti evidenze scientifiche, i sistemi del cervello legati alla nostra percezione del dolore sono in strettissima relazione con le nostre emozioni.
Un’ulteriore ripercussione di questi elementi legati al contesto psicologico e sociale è il peggioramento delle potenzialità della terapia a cui i pazienti si sottopongono. In altri termini, a parità di dolore, un paziente con paura, catastrofismo e ansia legata alla propria condizione clinica potrebbe avere meno possibilità di recuperare in fretta uno stato di benessere, rispetto ad un altro paziente senza questo tipo sovraccarico psicologico.
D’alta parte, un atteggiamento positivo e di partecipazione attiva del paziente nel processo di cura può potenziare enormemente l’effetto della terapia e la ripresa delle attività sportive.
Pertanto, un primo ruolo fondamentale del terapista è identificare la presenza di credenze negative che condizionano lo stato di salute del paziente. Successivamente, uno degli obiettivi della terapia è coinvolgere attivamente il paziente nel potenziare la propria consapevolezza corporea legata al movimento.